Apllicare la Legge Bacchelli per Beppe Costa

Buongiorno a tutti, vi informiamo con questo articolo che da qualche tempo abbiamo lanciato una petizione a sostegno della richiesta di Beppe Costa di ottenere l’applicazione della Legge Bacchelli. Vi chiediamo per tanto di aiutarci in tutti i modi possibili, firmando la petizione (trovate il link qui sotto) e diffondendola il più possibile ai vostri contatti. All’interno della pagina della petizione troverete tutte le informazioni, le adesioni e già alcune testimonianze. grazie.

 

https://www.change.org/p/sergio-mattarella-una-pensione-dignitosa-per-beppe-costa

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NON PUGNALATE LA POESIA

Nel mese di marzo torniamo con un nuovo imperdibile ciclo di eventi targato “Movimento dal sottosuolo”…

a Castiglione delle Stiviere (MN), presso il Camelliae Tea Room…

a breve nuove informazioni relative ai singoli eventi, intanto vi lasciamo la locandina generale…

 

Locandina

 

 

Basir Ahang, Sogni di tregua (presentazioni e letture di Febbraio)

L’Associazione Culturale Movimento dal Sottosuolo e Gilgamesh Edizioni sono lieti di informarvi dell’approssimarsi di quattro nuovi straordinari incontri con BASIR AHANG.

Scafati (SA)
sabato 20 ore 10
Liceo Scientifico Caccioppoli
Via Domenico Vellica, 56
incontro con gli studenti
a cura di Marcella Testa e Andrea Garbin

Castellammare di Stabia (NA)
sabato 20 ore 18
Circolo Nautico Stabia
via Giuseppe Bonito 2
organizzato dall’Associazione Achille Basile
a cura di Carmen Matarazzo
Sarà presente il poeta Andrea Garbin
direttore della collana “Le zanzare”

Lavinio – Anzio (RM)
Domenica 21 ore 17
Simposio di Lavinio
via delle Orchidee 61\a

Roma
Martedì 23 ore 19
Pellicanolibri
con Stefania Battistella e Beppe Costa
via Gattico

locandina-basir-leggera

BASIR AHANG è un poeta, giornalista e attivista per i diritti umani nato a Ghazni, in Afghanistan, nel 1984. Laureato all’Università di Kabul in “Storia e Letteratura persiana” con una tesi sulla poesia contemporanea dell’Afghanistan, ha iniziato la sua carriera scrivendo per diversi giornali locali, fondando e lavorando come produttore radiofonico per “Radio Malistan” e per molti altri mezzi di comunicazione locali a Kabul.

Nel 2006 mentre si trovava in Afghanistan iniziò a collaborare con un giornalista del quotidiano “La Repubblica”. In quel periodo, il giornalista e fotografo, Gabriele Torsello, venne rapito dai Talebani nella provincia di Helmand. Basir Ahang è stato direttamente coinvolto nella liberazione del giornalista, ottenendo rapporti confidenziali da parte delle autorità dei talebani che detenevano Torsello. Egli ha avuto così modo di conoscere i nomi dei rapitori. Dopo il rilascio di Torsello, è stato oggetto di minacce e intimidazioni da parte dei talebani e per questo costretto a fuggire dall’Afghanistan.

Nel 2008 Basir ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Italia dove tuttora studia e lavora. In Italia ha lavorato anche come interprete e mediatore culturale. Nel 2009 e nel 2010 ha svolto il primo di due viaggi in Grecia, con l’obiettivo di documentare la tragica situazione dei rifugiati. Il resoconto di questi viaggi è stato raccontato nel suo documentario “La Voce di Patrasso” e nella pubblicazione di molti articoli su siti online tra i quali Kabulpress.org, sito del quale è responsabile per la parte relativa ai diritti umani.

Da anni si è occupato di diversi progetti rivolti a richiamare l’attenzione sulla situazione del suo popolo e soprattutto degli hazara, il terzo maggiore gruppo etnico in Afghanistan, a questo fine ha fondato assieme al giornalista Kamran Mir Hazar il sito www.hazarapeople.com.Quest’etnia è infatti da tempo immemorabile oggetto di discriminazioni e tentativi di pulizia etnica in Afghanistan e Pakistan. Basir Ahang ha anche collaborato con UHNCR (Agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati). Tra i siti che hanno pubblicato i suoi articoli vanno annoverati Kabulpress, “BBC” Persian, Deutsche Welle, Al Jazeera, Radio Zamaneh e Frontiere News. In qualità di giornalista e attivista per i diritti umani Basir è stato inoltre candidato al premio “Images and Voices of Hope’s 2014” negli Stati Uniti.

Basir Ahang si occupa anche di poesia e di cinema. In veste di attore ha recitato nel cortometraggio del regista Hazara Amin Wahidi “L’ospite” vincitore del premio Città di Venezia 2014, evento collaterale della Mostra Internazionale d’Arte cinematrografica. In veste di giornalista ha invece preso parte al documentario dei registi Razi e Soheila Mohebi “Afghanistan 2014”.
Sue poesie sono state tradotte in italiano, in inglese e spagnolo. Nel 2014 ha partecipato al Festival Internazionale “Ottobre in Poesia” di Sassari, ottenendo il premio speciale della critica per una poesia in concorso. Basir è stato inoltre invitato a partecipare al festival internazionale di poesia di Medellin in Colombia che si terrà nel luglio del 2015.

http://www.gilgameshedizioni.com/home-gilgamesh-publishing/le-zanzare-poesia-dal-sottosuolo/

info@movimentodalsottosuolo.com

 

in arrivo le OFFERTE DI CARTA, di ALEJANDRO MURGUIA

Secondo una tradizione messicana è consuetudine prendere un foglietto di carta e scrivere un desiderio; affinché questo desiderio si possa realizzare il foglietto va poi letto e dato alle fiamme lasciando che si disperda nell’aria. Si presenta così Alejandro Murguia, sesto Poet Laureat di San Francisco, con la sua prima raccolta di poesie in Italia, intitolata appunto OFFERTE DI CARTA, edita nella collana LE ZANZARE da Giglamesh Edizioni. Il libro uscirà in Italia nel mese di maggio, anno corrente, in 79 copie (il 19 luglio 1979 iniziò, in Nicaragua, il periodo sandinista) numerate e autografate, stampato su carta avorio. Interamente tradotto da Alessandra Bava, ha in copertina un ritratto dell’autore fatto dalla poetessa anglo-svedese Agneta Falk. Ad arricchire ulteriormente il libretto, all’interno, un ritratto di Murguia realizzato dal poeta statunitense Neeli Cherkovski. Le poesie selezionate esplicitano tutta la poetica di Murguia: i forti richiami a Lorca, Neruda, al mondo sudamericano, si incastrano con quelli della società statunitense, col fare poetico che ancora oggi anima San Francisco. A seguire vi anticipo una breve poesia che Alejandro ha dedicato a Csaba Polony (1944-2014), co-fondatore e direttore dell’importante rivista letteraria Left Curve, che ho avuto il piacere di conoscere a Sarajevo.

OCCUPALA

a Csaba Polony


Occupare significa
uno spazio
che ti appartiene
come questa poesia
allora dalle fuoco —
gettala intrisa
di spirito caustico
alle mummie corrotte
che soffocano parole
con la lingua dei profitti,
dei rendimenti medi, degli indici,
dei fondi speculativi

scaglia questa poesia come una lancia
nell’occhio ciclopico dell’avidità
frantumala e lanciala con la fionda
per distruggere Wall Street
usala come un riparo quando piove
fanne una zattera per soccorrere il tuo amore
dalla tempesta
leggila in un parco con una voce
forte come quella di 990,000

questa poesia è densa di significati
può essere qualsiasi cosa
anche un aeroplano di carta
che ti porta in esilio
allora procedi — fallo e basta
occupa questa poesia

Copertina Offerte di carta

Alejandro “El Gato” Murguía, è il sesto Poeta Laureato di San Francisco (primo latinoamericano a ricoprire questa carica) città dove vive e dove da quarant’anni anima e mantiene viva l’arte, lo spirito della rivoluzione e la bellezza della cultura latina. Poeta, narratore, attivista, trova ispirazione nella storia dimenticata della comunità indigena Chicana della California. La sua opera The Medicine of Memory mette in luce il Mission District negli anni Settanta, durante il Nicaraguan Solidarity Movement. Ha pubblicato due raccolte di racconti, entrambe vincitrici dell’American Book Award: Fronte del Sud che narra del periodo trascorso come volontario in Nicaragua durante la rivolta sandinista, e Questa guerra chiamata amore pubblicata dalla City Lights di Lawrence Ferlinghetti. Rimasto orfano all’età di due anni ha vissuto l’infanzia tra il Messico e la California. Questo suo continuo spostarsi da una parte all’altra del confine gli ha procurato un lieve difetto di pronuncia e gli ha impedito di assimilare appieno l’una o l’altra cultura. “La mia salvezza sono stati i libri” dice Alejandro. Si racconta che nel periodo scolastico, incoraggiato alla lettura e alla scrittura da un’insegnante, arrivasse in classe sempre in ritardo dopo aver trascorso tutta la notte a leggere. Tra i suoi libri di poesia, Stray Poems. È fondatore del Mission Cultural Center e della Roque Dalton Cultural Brigade. Insegna Letteratura Latinoamericana presso la San Francisco State University.

I POETI DAL SOTTOSUOLO e LE ZANZARE

Gioverdì 27 novembre ore 21:00
presso Caffè Galeter
in via G.Guerzoni 92h,
Borgosotto di Montichiari (BS)
“letture di Luca Artioli, Igor Costanzo,
e Valbona Jakova

presentazione della collana di poesia “Le zanzare”
ospiti internazionali: Nenad Glišić e Ivana Maksić (Serbia)

zanzare

 

NENAD GLIŠIĆ
Nenad Glišić è nato nel 1972 a Kragujevac, in Jugoslavia. Poeta e scrittore, editore e performer. In patria ha pubblicato sette libri di poesia: Patria, tu sei come la cirrosi per il fegato; Inni dei kamikaze; Fiori di Hiroshima; Canti di natura e società; Anachronicles; All’ombra dell’albero della conoscenza; Ere.Cicli. Autore anche del romanzo Tutto sui maldicenti e delle storie brevi Persone e situazioni, si è esibito come musicista sperimentale e artista multimediale. Vive a Kragujevac, in Serbia. È tradotto in Italia, da Francesca Leonardi, nella collana “Le zanzare” con il libro Nella pancia della bestia.

nenad

IVANA MAKSIĆ
Ivana Maksić è nata nel 1984 (Serbia). Ha pubblicato un libro di poesie O telo tvori me (O corpo in-corpo-ra me) nel 2011. Si è laureata presso la Facoltà di Novi Sad, Dipartimento di Lingua e Letteratura Inglese. Una sua successiva raccolta di poesie è pronta per la pubblicazione e si intitola Izvan komunikacije (Oltre la comunicazione). Traduce poesie, saggi e brevi opere in prosa dall’inglese al serbo ed è il redattore capo della rivista letteraria Koraci (Passi). È tradotta in Italia, da fabio Barcellandi, nella collana “Le Zanzare” con il libro La mia paura di essere schiavi.

ivana

LUCA ARTIOLI
Luca Artioli nasce a Mantova nel 1976, dove tuttora vive. Ha pubblicato quattro libri di poesie: Fragili apparenze; Suture – La poesia come resilienza; L’inventario dell’uomo solo; La casa a cui vieni. Per la narrativa ha pubblicato la raccolta di racconti Come ladri di vento. È inoltre presente sull’antologia The Sleepers, racconti tra sogno e veglia. Recentemente ha ampliato la sua ricerca avvicinandosi al mondo della fotografia partecipando anche ad alcune esposizioni fotografiche.

IGOR COSTANZO
Igor Costanzo è nato a Desenzano D/G nel 1980. Attualmente vive a Moniga del Garda. Insegnante, poeta, editore e performer, ha pubblicato i libri di poesia I wish to be light, Innocenza in bilico, Il cavallino blu, Apnea. Laureatosi a Verona in Lettere Moderne, ha lavorato nell’Archivio Contz. Organizza eventi di poesia e cura, con Beppe Costa, la collana Inediti rari e diversi, per Seam Edizioni. Dal 2010 fa parte della Revolutionary Poets Brigade.

VALBONA JAKOVA
Valbona Jakova, poetessa e traduttrice albanese, giunge in Italia nel 1991. Vive a Ghedi. Ha pubblicato i libri di poesia: Enigmi di dopomezzanotte, A chi tocca quest’esile sorriso? e La tempesta delle ore. Nel 2009 ha tradotto Ungaretti: Raccolta di 37 poesie (Ed.Mondadori). Ha tradotto inoltre Neruda e Padre Livio Fanzaga. È autrice della raccolta di fiabe per ragazzi Gershetet e Eres.

“LE ZANZARE” – presentazione della collana di poesia diretta da Andrea Garbin

Nasce una nuova collana di poesia intitolata “LE ZANZARE” ; una collaborazione tra l’Associazione Culturale Movimento dal Sottosuolo e l’editore mantovano Gilgamesh Edizioni, diretta da Andrea Garbin.

da venerdì 16 maggio a domenica 18 maggio saremo in tuor con gli autori dei primi due libri della collana:

NELLA PANCIA DELLA BESTIA, di Nenad Comrade Glišić
(traduzione di Francesca Leonardi; copertina realizzata dal poeta Sandro Sardella). Prima edizione in 61 copie numerate e autografate.

LA TERRA (non è) IL CIELO! di Beppe Costa
(copertina realizzata dalla pittrice e poetessa Shikanu’ E Basta). Prima edizione in 91 copie numerate e autografate.

(Tutti i ritratti che costituiscono le copertine dei libri in collana sono realizzate da poeti)

nelle seguenti sedi:

Venerdì 16 maggio, alle ore 18:30, nel foyer del Teatro Sociale di Mantova. Evento promosso dal Caffè Sociale. Relatori Andrea Garbin, Dario Bellini e Stefano Iori.
Traduzioni di Fabio Barcellandi e Francesca Leonardi.
Ingressi: Piazza Cavallotti; Piazza Teofilo Folengo; Corso Umberto I, 2B (Mantova).

001 - Mantova

Sabato 17 Maggio, alle ore 18:00, Museo Ken Damy di Brescia.
Relatore Andrea Garbin.
Traduzioni di Fabio Barcellandi e Francesca Leonardi.
Ingressi: Corsetto S.Agata 22, Loggia delle mercanzia, Brescia.

002 - Ken Damy

Domenica 18 maggio, alle ore 18:00, Galleria Decorarte Arte Antiquariato Design di Asola (MN).
Relatori Andrea Garbin e Dario Bellini.
Traduzioni di Fabio Barcellandi e Francesca Leonardi.
Ingressi: via Giuseppe Mazzini 94, Asola (MN).

003 - Asola

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Nenad Glišić è nato nel 1972 a Kragujevac in Jugoslavia. Poeta e scrittore, editore e performer. Ha pubblicato 9 libri: patria, tu sei come la cirrosi per il
fegato (Poesie, 1992), inni dei Kamikaze (Poesia,
1998), Fiori di Hiroshima (Haiku, 2001), canti di natura
e società (Poesie per bambini, 2004), tutto sui maldicenti (Romanzo, 2004), persone e situazioni
(Storie brevi, 2007), Anachronicles (Poesia, 2009), All’ombra dell’albero della conoscenza (Poesia, 2010),
Ere. cicli (Poesia, 2013). Si è esibito anche come musicista sperimentale e artista multimediale. Vive a Kragujevac, in Serbia.

Beppe Costa, nato in Sicilia, vive a Roma. Nel 1976
fonda la casa editrice Pellicanolibri, divenuta poi una
libreria ancora oggi frequentatissima, pubblicando,
primo in Italia, scrittori di fama internazionale. È autore
di svariati libri di narrativa e di poesia, tra cui Impaginato per affetto (Pellicanolibri) vincitore del
“Premio Alfonso Gatto” nel 1990; Anche ora che la
luna (Multimedia Edizioni) nel 2010, anche in versione
CD; Rosso: poesie d’amore e di rivolta (Volo
Press) nel 2013. Fa applicare per la prima volta in Italia la “Legge Bacchelli” a favore di Anna Maria Ortese. Nel 2011, con Stefania Battistella esce il CD Di me, di altri, ancora. Tra gli amici più cari: Alnordo Foà, Fernando Arrabal, Alberto Moravia, Dario Bellezza,
Adele Cambria, coi quali ha collaborato. Di lui hanno avuto modo di scrivere, tra gli altri, Mauro Macario, Giacinto Spagnoletti, Luce D’Eramo, Antony Costantini, Lia Levi, Silvano Agosti, Denise
Waltz Ferreri e molti altri. Attualmente dirige la collana
“Inediti rari e diversi” per la Seam Edizioni.

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LE ZANZARE – Editoriale:

Quando penso alle zanzare mi vengono in mente i poeti. Per me che vivo in provincia di Mantova è consuetudine trovarmi a discutere con altri poeti in situazioni e luoghi infestati dalle zanzare. Ovviamente queste condizioni si presentano solo in un determinato periodo dell’anno. Mi accade allora di rispolverare un vecchio libro, uno dei primi, di Faulkner, intitolato Mosquitos (Zanzare, appunto); di ritrovarmi nella stessa situazione in cui si trovano i protagonisti di quel romanzo, che fu tra l’altro un fallimento editoriale, tanto da costare la rescissione del contratto al futuro premio Nobel. Quelle zanzare che l’autore non menziona mai nella narrazione, ma di cui si percepisce la fastidiosa presenza, mi fanno venire in mente due aspetti necessari, e di rilevante importanza, affinché un individuo possa essere ritenuto poeta a tutti gli effetti. Il poeta deve saper vivere il silenzio, deve assorbirlo, deve non farsi notare dal mondo per poterlo assimilare e comprendere nel profondo, deve restare in disparte per un certo periodo di tempo, durante il quale però la sua mente e il suo cuore maturano una costante attività di osservazione, di ricerca e di attesa. A seguito di questo periodo però, che può essere di breve o lunga durata, il poeta esce allo scoperto e con il suono delle sue parole deve saper colpire (proprio come la zanzara) e infastidire il lettore, lo spettatore, la società in cui vive e procede nel suo percorso artistico e nella quale talvolta si nasconde, perché spesso il poeta legge il mondo come una palude da riempire e scuotere, da emozionare. Per fare questo, per alimentare se stesso, come la zanzara, deve nutrirsi delle vite degli altri. Per questa sua natura il poeta è spesso ritenuto un animale fastidioso, una belva da mettere in gabbia, perché come le zanzare il poeta subisce l’influsso del sangue. Chi non sa fare ciò non può, secondo il mio modesto pensiero, essere considerato poeta. Nella palude, nel bosco, in riva al fosso, ci sono le zanzare e tanti altri insetti. Il poeta è come la zanzara: sa pungere. Tutti gli altri non sono altro che la miriade di altri insetti incapaci di essere pungenti.
Può questo essere motivo sufficiente per orientare la scelta del titolo da dare a una collana di poesia? Ovviamente no, non lo può essere.
C’è un altro importantissimo elemento da non tralasciare, ovvero il fatto che a circa tre chilometri da casa mia sono state rinvenute le steli funebri del ramo materno di Virgilio. Il poeta mantovano per eccellenza. Cosa c’entra tutto questo? Ora ve lo spiego…
Nella seconda metà del millecinquecento vennero attribuiti al poeta mantovano alcuni poemetti. Tra questi il CULEX (zanzara in latino). Ebbene, c’è un punto del poemetto in cui si racconta di un serpente, di un contadino e di una zanzara…
Il villico sta riposando all’ombra di alcune piante, ignaro della presenza del serpente che gli si sta avvicinando. Improvvisamente la zanzara lo punge e lo sveglia. Lui, d’istinto, schiaccia il piccolo insetto. Poi si accorge del serpente e lo uccide. Finalmente può riaddormentarsi sereno. Ma in sogno gli appare la zanzara uccisa e l’uomo si rende conto di quanto sia stata importante la fastidiosa puntura dell’insetto che gli ha salvato la vita. Deciderà in seguito di erigere per la zanzara un piccolo mausoleo.
La zanzara rappresenta il poeta, colui che desta la coscienza dell’umanità che non si accorge dei pericoli; colui che per questo viene incompreso e scansato; colui che solo da morto, molto spesso, riceve gratitudine e consenso. Non è quindi sufficiente che la zanzara punga, o meglio che il poeta scriva, deve lasciare un segno, in modo che questo possa essere d’aiuto a chi lo interpreta. Ma ancora non basta: deve farlo partendo dalla proprie radici, senza mai divenire entità estranea al proprio territorio d’origine. Ecco perché da mantovano non ho potuto evitare di rifarmi a Virgilio. Chi con i propri versi non fa questo non può essere davvero considerato poeta. LE ZANZARE sono allora dei piccoli libretti che contengono le punture di alcune piccole bestie che chiamiamo poeti. E in ognuno di questi libretti un poeta parla del suo mondo con i suoi versi per mezzo della sua lingua pungente. E in ognuno di questi libretti, in copertina, appare il ritratto del poeta, fatto da un altro poeta, perché chi meglio di un poeta può tracciare l’identikit di un altro poeta?
(Andrea Garbin)